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Consulenza Agronomica | La Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione vieta l’uso del “DIMETOATO” in agricoltura.

Consulenza Agronomica | Divieto di utilizzo del DIMETOATO in agricoltura.

Occupandoci spesso di progetti legati all’agricoltura ed ai Piani di Sviluppo Rurali, da qualche tempo ho stretto una collaborazione con l’Agrotecnico Laureato Dr. Luigi Gioia.

Oggi ci informa su una tematica molto discussa negli ultimi tempi e ci descrive al meglio cosa avviene ai nostri oliveti, come proteggerli e come farlo in maniera eco sostenibile e biologica.

La Direzione Generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione vieta l’uso del DIMETOATO in agricoltura.

  • Premessa

Il principio attivo “dimetoato” largamente usato in agricoltura, soprattutto nella coltura dell’olivo viene abolito; dal 30 Giugno 2020 non sarà più possibile il suo utilizzo per combattere la Bactrocera oleae (comunemente chiamata mosca dell’olivo) e la tignola dell’olivo.

  • Accenni e descrizione dell’insetto Bactrocera oleae (comunemente chiamata mosca dell’olivo).

La mosca dell’olivo ormai largamente diffusa in tutto il bacino del mediterraneo, attacca la drupa in condizioni particolari e cioè la temperatura ideale sotto i 32 gradi e caldo umido persistente.

L’insetto può arrivare fino a 6 generazioni con le condizioni climatiche ideali; il ciclo biologico si suddivide in:

  • Sverna come pupa nel terreno
  • Sfarfallamento in primavera
  • Deposizione delle uova ad inizio estate
  • Larva
  • Pupa
  • Sfarfallamento

I danni sono molteplici, la puntura sulla drupa crea veicolo a malattie e funghi, la larva deve nutrirsi e quindi scava gallerie all’interno del frutticino, dopo lo sfarfallamento la drupa marcisce e cade; le drupe che non cado e quindi vengono raccolte e portate alla molitura in frantoio, creano difetti evidenti nel prodotto finito, ovvero l’olio, come rancido, muffa, sentore di verme.

Voglio fare un po’ di chiarezza su questo insetto, ormai da anni ci conviviamo qui in Italia e come dicevo in precedenza in tutto il bacino del mediterraneo, quindi bisogna saperne un po’ di più sul ciclo e sulle caratteristiche intrinseche; la principale confusione che esiste, fa riferimento alla larva e alla mosca, un po’ come il famoso dilemma “è nato prima l’uovo o prima la gallina?!” allora in questo caso parte tutto dalle uova che svernano nel terreno, da qui parte la prima generazione, avviene lo sfarfallamento e la conseguente puntura alla drupa, la deposizione dell’uovo poi la larva, la pupa e l’adulto; è un ciclo continuo e quasi infinito, il quale in modo naturale viene bloccato solo dalle alte temperature estive (sopra i 32°).

  • Lotta con “Dimetoato”

Esistono due strade da percorrere per la lotta a questo dittero:

  1. Lotta larvicida, con prodotti sistemici che possono penetrare all’interno delle drupe;
  2. Lotta adulticida preventiva che con diversi prodotti interviene sugli adulti dell’insetto per evitare l’accoppiamento e quindi la moltiplicazione delle generazioni:

Nel primo caso interveniamo solo dopo che la conta delle punture fertili supera “la soglia d’intervento” del 10/12 %; nel secondo caso interveniamo dopo la conta degli adulti presenti sulle trappole a ferormone che installiamo negli oliveti.

Il principio più usato nella prevenzione e nella lotta a questo dittero è il “dimetoato” il quale è un insetticida di contatto citotropico che riesce come pochi principi a penetrare all’interno della drupa; di largo uso per molteplici motivi, il costo contenuto del prodotto che contiene il principio attivo, come il “Rogor” un formulato molto comune, il cui prezzo non va oltre i 10€ a Lt., i bassi tempi di carenza che si aggirano sui 20/30 giorni, ed infine ma non ultimo per importanza, la “idrosolubilità” in acqua del principio attivo, il quale quindi viene dilavato con le acque di vegetazione quando si effettua la lavorazione in frantoio e non come molti pensano “liposolubile”, cioè solubile nei grassi e quindi nocivo, non c’è nessun problema di riscontro di tracce di prodotto all’interno dell’olio.

  • Altri prodotti

Esistono vari prodotti e formulati con diversi principi attivi in commercio usati già da tempo in sostituzione al più famoso e conosciuto dimetoato; questi prodotti sono FOSMET (citotropico e quindi larvicida), DELTAMETRINA (adulticida), SPINOSAD (adulticida per ingestione); poi ci sono le trappole sia a ferormone che cromotropiche, le eco-trap, c’è il caolino (un repellente di copertura) questi, tutti largamente usati in agricoltura a regime biologico.

  • Cenni di agricoltura integrata e biologica

Viene definita agricoltura integrata, il sistema e la coesione di agricoltura sostenibile data dall’uso di prodotti fitosanitari non pericolosi o dannosi alla persona ed all’ambiente; il sistema è garantito da tecniche agronomiche meno invasive e più precise, epoche d’intervento fitosanitario mirato, studiato e dal monitoraggio delle malattie e dei parassiti; in conclusione l’impatto sull’ambiente quindi è meno dannoso rispetto all’agricoltura intensiva o convenzionale.

I vantaggi sono rivolti sia all’ambiente che all’imprenditore agricolo, il primo perché si va a ridurre l’attività di utilizzo di prodotti fitosanitari aggressivi dannosi, per il secondo il vantaggio non meno importante è l’ottimizzazione dell’impiego di risorse e mezzi tecnici, facilitando una differenza positiva tra costi e ricavi.

La definizione di agricoltura biologica è più complicata e restrittiva, i cardini fondamentali sono: la rotazione delle colture, molti prodotti fitosanitari e fertilizzanti sono vietati, gli organismi geneticamente modificati sono vietati, vengono utilizzati fertilizzanti come il letame e specie vegetali resistenti alle malattie e già adattati a quell’ambiente.

Le tecniche usate sono molteplici e variano da coltura a coltura, vanno dalla pacciamatura all’uso di antagonisti naturali, dal sovescio all’uso di repellenti naturali; il tutto è rivolto all’uso di prodotti fitosanitari consentiti dal regolamento, alla salvaguardia dell’ambiente e della salute umana.

In conclusione l’agricoltura biologica è il nostro futuro e la Comunità Europea ormai va verso quella direzione; in sostanza per poter avere un prodotto biologico bisogna rispettare la natura ed il ciclo natura della vita, salvaguardando l’ambiente ed il microclima che si crea in ogni habitat, dove ogni pianta ed ogni essere vivente fa da antagonista ed è parte integrante del sistema chiamato Terra.

  • Il divieto

Il ministero per l’ambiente e gli organi preposti dalla Comunità Europea al controllo ed alla gestione dell’uso di questo principio attivo in agricoltura hanno deciso di vietarne l’uso a partire dal 30 giugno 2020; ormai da anni si va nella direzione di agricoltura sostenibile, tutti i premi della nuova PAC (Politica Agricola Comunitaria) e le direttive puntano al sostegno dell’agricoltura biologica o integrata.

Un divieto già annunciato da tempo ed ora, diventato realtà, sebbene non abbiamo riscontro o residui del prodotto nelle derrate alimentari, sorgono problemi di inquinamento dell’aria, rischi elevati per gli operatori del settore nell’uso smisurato del principio attivo e la selezione e resistenza del dittero stesso nei confronti del principio attivo.

  • Conclusioni

In conclusione possiamo dire che questo del divieto dimetoato era un annuncio che, noi addetti al settore, aspettavamo già da tempo quindi nessun allarmismo per gli agricoltori, anche perché esistono numerosi prodotti similari e tante tecniche di difesa sia biologica che convenzionale.

La prevenzione come in ogni campo è la cosa più giusta ed adeguata alla salvaguardia dell’ambiente, prevenzione fatta con monitoraggi settimanali dell’insetto con apposite trappole, il controllo delle soglie d’intervento e l’applicazione di trattamenti chimici solo in casi critici e necessari.

 

 

 

 

 

 

 

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