Premetto che non credo nei “talent” televisivi e tantomeno negli altri programmi TV, quindi non li guardo. Li reputo troppo commerciali e credo che siano l’emblema della TV “spazzatura”, ma questa è una mia opinione.
L’altro ieri sera 21 maggio 2015, però, stranamente ho acceso la TV e su Mediaset (Italia 1) c’era un nuovo (in Italia) programma chiamato SHARK TANK, un talent già famoso dal 2009 in America. Sarà che sono attratto dalle nuove idee di Business, ma devo ammettere che SHARK TANK è riuscito a tenermi sveglio fino alla sua fine.
Come funziona SHARK TANK?
Avete un brevetto, un marchio, un prototipo o semplicemente un’idea che possa funzionare? Bene, il programma funge da punto di incontro tra la domanda (gli squali) e l’offerta (gli imprenditori) di idee di business geniali, meno geniali, divertenti e meno divertenti: del resto resta pur sempre un programma commerciale e, come tale, ha l’obiettivo di rendere il tutto televisivamente funzionante ed interessante.
Gli squali in questione, quindi, sono dei Business Angels che, se lo reputeranno conveniente, parteciperanno al finanziamento della società acquisendo quote di essa. I finanziatori sono Fabio Cannavale (lastminute.com),Giancarlo Dettori (dpixel), Gianpietro Vigorelli (pubblicitario), Luciano Bonetti (Foppapedretti) e Mariarita Costanza (Gruppo Zucchetti).
Come partecipare?
C’è un semplice modulo da compilare, che potete scaricare qui APP. FORM SHARK TANK, e da inviare a redazione@toro.tv. Nel modulo si richiedono informazioni sintetiche sul piano di business. Nel caso vi interessasse provare a partecipare ma dovesse risultarvi difficile la compilazione del business plan di sintesi contattatemi liberamente.
Credo sia abbastanza improbabile che si riesca a partecipare al programma, ma mi piace pensare che c’è gente che è interessata ai progetti e alle idee innovative tanto da finanziare anche fino a 750.000 € credendo in un progetto in cambio del 3% della società (questo è accaduto in puntata). Tuttavia, il mio scetticismo nei confronti della Tv, mi porta a pensare che sia un altro modo televisivo per fare cassa con gli ascolti (la puntata è stata vista da 1.382.000 spettatori, per uno share del 6,39%) sfruttando temi delicati come il lavoro e dell’occupazione.